la questione ciarpame

In un sito che si chiama chidicedonna.it non ci si può esimere da una riflessione sull’argomento “ciarpame senza pudore” e non tanto per i risvolti politici della vicenda, che pure sarebbero interessanti ma non è questa la sede, quanto invece per l’immagine della donna che ne deriva. Un’immagine degradante e superficiale; quella di chi non ha altro da offrire che un bel corpo.

La questione non è certamente l’aspetto gradevole o meno in sé: dire che è inaccettabile protestare contro la candidatura di alcune ragazze la cui unica colpa è aver fatto delle cose nello spettacolo significa spostare il problema: il punto è che queste aspiranti soubrette non hanno alcuna esperienza e, meraviglia delle meraviglie, hanno rischiato di arrivare al Parlamento Europeo passando attraverso la porta d’ingresso principale, ma senza che sia dato sapere attraverso quale strada siano riuscite a varcare quella soglia visto il loro inesistente trascorso politico.

A meno che per amministrare un Paese o, ancora meglio, prendere decisioni che riguardino l’Europa intera, non siano considerati d’obbligo gli sculettamenti in tv, le apparizioni nei salotti televisivi e le foto in braccio al premier. Se così fosse allora mi scuso per la mia malafede.

Che c’entra la laurea? Le capacità politiche sono altra cosa;la laurea è semmai un buon punto di partenza,niente di più. La Carfagna, laureata in legge attenzione, Ministro delle Pari Opportunità, proprio lei, esordisce dichiarando che i gay non vengono discriminati, e noi dovremmo prenderla ad esempio? Per dire.

Dobbiamo forse vedere realizzato il famoso ricambio generazionale a queste squallide condizioni? Non per altro, ma perché quello che emerge è che una donna possa entrare in politica anche senza avere alcuna capacità e formazione al riguardo e questo, se permettete, lo trovo ben più offensivo che esserne precluse: è un trattamento da inetti.

Le posizioni alte si guadagnano attraverso un iter; è solo così che si acquisisce credibilità, a quel punto non esiste pregiudizio che tenga, quindi che nessuna femminista improvvisata si permetta di dirmi che si dovrebbe solidarizzare con queste ragazze in quanto tali, a prescindere.

Non ci penso affatto:non ho nessuna intenzione di essere complice del “divertimento dell’imperatore[…]in nome del potere”. Non alimento lo stereotipo della donna incapace di ricoprire ruoli importanti se non vendendosi, io.